lunedì 17 settembre 2012

Le Precisazioni dell'ex-assessore Gianfranco Azzola



La sua defenestrazione dalla giunta, che per il metodo e le scelte definisce «il fallimento del “vento nuovo”», quell’entrata di forza dei vertici provinciali a risolvere la crisi e che ora «hanno preso il sopravvento», e infine quella proposta di guidare un consorzio turistico, un «ripiego», dice, «che ho rifiutato, perché la mia dignità non è in vendita».

Gianfranco Azzola esce allo scoperto. Solo pochi giorni fa è stato sfiduciato dal sindaco Nicola Procaccini, sostituito con il pidiellino Gianni D’Amico, e ora se la prende comoda per raccontare la sua versione. «Procaccini me lo aveva comunicato una decina di giorni prima, a lui ho risposto che non condividevo ma prendevo atto. Ma di fronte a quella proposta di presiedere un consorzio ho capito che stava prendendo piede il potere al posto della politica».

Azzola rifiuta «per filosofia» la logica delle poltrone. «A me non interessa. Un consorzio già c’è e si chiama Terracina D’Amare, di cui mi onoro di far parte già da anni. Quella è una realtà che non ha bandiere politiche e anzi è ben protetta da qualche consigliere che ha velleità di usare la politica come strumento di controllo».

Quanto al futuro della lista, che oggi in Consiglio comunale resta nelle mani di Valentino Giuliani: «Oggi quel vento nuovo non si respira più. Noi certo non siamo più rappresentati - afferma -, ma il tentativo di eliminarci era in atto da tempo».

E se prima, guida politica indiscussa era Procaccini, oggi «il nostro lavoro prosegue ma il nostro allineamento alle posizioni del sindaco non è più così scontato». Infine, una parola, Azzola, la spende anche sulla crisi che ha rivoltato come un calzino la giunta. «È stata risolta dall’alto - dice -, da fuori e non per volontà di Procaccini. Lui l’ha subita pagando un prezzo troppo alto. Ha lasciato che prevalessero le beghe personali mentre noi, in tutti quei giorni, non siamo stati mai interpellati».

Un errore, perché per Azzola «i panni sporchi si lavano in famiglia » .
Bastava , forse, far subito contento il Pri? «Non averlo fatto gli ha fatto crollare tutto addosso».

Ma il pallino dell’ex assessore è e resta la proposta di quel consorzio. «Un consorzio di quel tipo servirebbe solo a qualcuno per mettere le mani sul turismo, che invece ha bisogno di idee, imprenditori e cittadinanza. I politici si tengano alla larga».

Da Latina Oggi del 17/09/2012 Diego Roma